Lina Arpaia: “Per contrastare la violenza sulle donne anziane, educhiamo al rispetto”

È un dramma dentro il dramma, che rende la piaga della violenza sulle donne ancora più dolorosa e tragica. È la violenza sulle donne anziane. Un fenomeno poco studiato, sottostimato, spesso sottovalutato. Eppure c’è, attraversa la società nel profondo. E se si leggono i pochi studi a disposizione, lascia sgomenti.

L’Auser in questi anni, a livello nazionale e in alcuni contesti territoriali, si è impegnata ad accendere i riflettori su questo volto della violenza, troppo spesso silenziosa, nella convinzione che sopraffazioni, abusi, femminicidi di donne anziane devono essere riconosciuti, devono essere fatti di cui si deve parlare e che si devono indagare con ricerche specifiche.

Ad oggi non esistono statistiche nazionali sulla violenza contro le donne anziane. Lo stesso ISTAT incasella questo tipo di violenza in modo generico come abuso sugli anziani. E invece è una grande questione, che si innesta in un contesto di alta fragilità rappresentato dall’età. Il genere costituisce un fattore di rischio aggiuntivo. L’età avanzata infatti, oltre a allo scarso reddito, il rischio disabilità, la vedovanza identificano le donne quali soggetti a più alto rischio di abuso.

Alcune stime indicano come un anziano su tre sia vittima di abusi. Sono 4 milioni e ben 2,5 sono donne, 2.800 vittime di violenze sessuali. Inoltre 25.000 delle 210.000 anziane che vivono in strutture sanitarie sono vittime di violenze verbali e fisiche, ma la maggior parte dei maltrattamenti avviene fra le mura domestiche in parte ad opera di badanti, vicini di casa, parenti e operatori sanitari: in due terzi dei casi i responsabili sono addirittura membri della famiglia, come il coniuge, figli e nipoti. Uno studio del 2020 relativo al decennio 2010-2019 su 1207 donne vittime di femminicidio in Italia, aveva evidenziato come nel campione studiato il 27,1% delle donne avesse età superiore ai 65 anni, che il tipo più comune di violenza fosse quella fisica, e l’omicidio risultasse associato alla presenza di una malattia fisica o mentale, nella vittima, nell’aggressore o in entrambi. Nelle fasce di età più avanzate, è molto comune la difficoltà delle anziane donne a chiedere aiuto, la scarsa consapevolezza dei loro diritti e, qualora li conoscano, la difficoltà di rivendicarli, il timore di essere abbandonati dai figli o di essere allontanata dal proprio contesto abitativo o per retaggio culturale e stereotipi.

Crediamo che questa tematica costituisca un importante punto di riflessione e debba diventare un qualificato terreno di impegno per Auser Puglia, in tutte le province e in tutti i circoli.

#educhiamoalrispetto

Lina Arpaia

Responsabile Osservatorio Regionale Auser Pari Opportunità

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