I circoli pugliesi Auser si mettono in rete

“Vi ringrazio perché ci siete, vi ringrazio per l’apporto che date, per il patrimonio che siete. L’Auser esiste perché ci sono i circoli che operano nel territorio, offrendo servizi, solidarietà, volontariato. L’Auser esiste e porta avanti la sua missione grazie a voi”. Con queste parole, il presidente nazionale dell’associazione per l’invecchiamento attivo, Domenico Pantaleo, ha concluso l’incontro dei circoli pugliesi Auser, svoltosi a Bari nella Sala Congressi della Cgil di via Calace.

La riunione – la prima del suo genere – era stata voluta dal presidente regionale, Biagio D’Alberto, “perché – come ha detto introducendo i lavori – in una regione grande e plurale come la Puglia, spesso un territorio non sa cosa accade nell’altro, e noi abbiamo invece la necessità di conoscerci meglio, scambiare e intrecciare le tante buone prassi di cui siamo quotidianamente protagonisti.”

L’esperimento è ampiamente riuscito. I presidenti dei circoli pugliesi si sono raccontati dando vita ad una narrazione intensa e approfondita, che ha offerto un puntuale spaccato dei problemi, delle criticità che attraversano le associazioni Auser, ma anche del comune e forte desiderio di continuare ad operare per la collettività.

L’intervento di Biagio D’Alberto

A dipingere l’affascinante affresco dell’Auser pugliese sono stati Lina Arpaia, referente pugliese dell’Osservatorio Pari Opportunità Auser, Simona Bianco (Auser Alezio), Antonio Conte (Auser Turi), Donato Conte (Utep Laterza), Antonietta De Gabriele (Auser Poggiardo-Vaste), Geppe Inserra (Auser Territoriale Foggia), Carmela Losito (Auser Santeramo), Angelo Lupo (Auser Francavilla Fontana), Vito Marchionne (Auser Mesagne), Franco Minervini, coordinatore rete regionale Auser dell’apprendimento permanente, Angela Picciallo (Auser Gravina), Adolfo Tundo (Auser Brindisi).

Dai diversi interventi sono emersi molti tratti in comune, come la preoccupazione per la crescita delle povertà, innescata dalla pandemia e dalla guerra, che coinvolge soprattutto la popolazione anziana; l’aumento della pressione burocratica sul mondo dell’associazionismo e del volontariato determinato dalla fase di implementazione del Codice del Terzo Settore e del Registro Unico Nazionale; il difficile decollo dei nuovi istituti della coprogrammazione e della coprogettazione previsti dal Codice; la riduzione delle risorse del 5 per mille e il generalizzato aumento dei costi di gestione.

Ma i Circoli pugliesi non abbassano la guardia, ed anzi rilanciano il loro impegno, dichiarando il loro entusiasmo per la nuova fase che si sta aprendo nella vita dell’associazione, con la decisione di strutturarsi come rete.

“Questa giornata – ha sottolineato il presidente D’Alberto – dimostra che sappiamo fare tante cose, e sappiamo farle bene. È giunto il momento che non restino isolate. È questo il senso delle reti che vogliamo costruire: trasferire e scambiare esperienze, sentirci una cosa sola.”

“Non ho mai visto una sala così piena di Auser”, ha detto, aprendo il suo intervento, Filomena Principale, segretaria regionale Cgil. “L’incontro dei presidenti pugliesi dei circoli Auser è un momento molto qualificante nella vita dell’Associazione. Siete all’inizio di un percorso complicato ma importante: fare rete è difficile, arzigogolato, ma è indispensabile.”

L’intervento di Franco Minervini

La segretaria Cgil ha condiviso le preoccupazioni per l’aumento della povertà “direttamente connesso – ha precisato – all’aumento delle diseguaglianze che potrebbe crescere ulteriormente per effetto delle scelte governative, come i tagli al reddito di cittadinanza e il regionalismo differenziato: i diritti devono essere uguali da Nord a Sud, esigibili dovunque si nasca.”

I lavori sono stati conclusi dal presidente Pantaleo: “Ci troviamo di fronte a nuovi scenari, irti di difficoltà e criticità, che richiedono soluzioni nuove, che non possono appartenere al passato. È necessario un cambio di passo. La legge di bilancio che si sta prospettando non piace ad Auser e a tutto il mondo del terzo settore, perché non affronta i temi sociali ed apre la strada ad una nuova precarizzazione del lavoro. Metteremo in campo il nostro patrimonio ideale e morale fondato sul rispetto dei diritti delle persone, a cominciare dal diritto alla salute e al benessere.”

Anche per Pantaleo, la rete è una sfida ineludibile: “la rete nazionale che vogliamo costruire non potrà essere la sommatoria di tante autonomie: la rete è rapporto, scambio di esperienze e informazioni, è solidarietà, deve offrire supporto a chi è in difficoltà.”

Domenico Pantaleo

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