Le sorprendenti virtù dell’orzo

L’orzo è molto facile da digerire, è altamente energetico e, tra le tante proprietà che ha, vi è quella di esercitare un’azione antinfiammatoria ed emolliente sull’apparato gastrointestinale. Vediamo quindi di conoscere qualcosa di più su questo prezioso alimento.
L’utilizzo dell’orzo nell’alimentazione umana è antichissimo: le testimonianze più antiche di coltivazione risalgono all’anno 10500 a.C., nel Neolitico.
Questo cereale tanto longevo viene coltivato per gran parte dell’anno ed è disponibile sul mercato sotto forma di orzo integrale (di difficile reperimento, non subisce processi di lavorazione, conserva tutte le sue caratteristiche nutrizionali e ha bisogno di una cottura molto prolungata), orzo decorticato (sottoposto a una lavorazione per eliminare la parte più esterna del chicco, è il più diffuso sul mercato, mantiene intatte quasi tutte le caratteristiche nutrizionali e necessita di un tempo di cottura minore); orzo perlato (subisce un intenso processo di raffinazione che porta all’eliminazione di tutta la parte esterna del chicco, è molto diffuso sul mercato, si cucina in tempi molto più rapidi, ma presenta un ridotto contenuto in fibre).
L’orzo è inoltre utilizzabile anche come caffè: si ottiene mediante l’infusione di orzo tostato e macinato, non contiene caffeina né altre sostanze stimolanti e viene spesso utilizzato come sostituto del caffè tradizionale da coloro che non vogliono o non possono assumere caffeina.
Infine come il riso, l’orzo viene usato anche soffiato, per ottenere fiocchi, e macinato, per ottenere farina.
Dalla germinazione dei chicchi dell’orzo si ottiene il malto, che è largamente utilizzato per la produzione di birra, whisky e vodka.
Come tutti gli altri cereali, l’orzo contiene sostanze che mostrano effetti antiossidanti, antinfiammatori, antiproliferativi (attività preventiva contro malattie cancerose e cardiache).
I tocoli contenuti nell’orzo svolgono un ruolo molto importante nel regolare il colesterolo nel sangue, contribuiscono a ridurre i livelli di colesterolo cattivo nel sangue e il conseguente rischio cardiovascolare.

Fonte: Progetto Gatekeeper; Istituto Superiore di Sanità

Fotografia provvista di Common Creative License. Autore: sleepy_he4d

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