Troppa solitudine fa male, soprattutto se non voluta e persistente. Bisogna sforzarsi di passare più tempo possibile insieme agli altri, magari donando un po’ di compagnia a chi e’ solo. Non è solo un imperativo morale, ma anche quanto è emerso da una ricerca condotta da un gruppo di studiosi coordinati dall’Università di Boston (Usa) e dal King’s College di Londra, i cui risultati sono stati pubblicati dalla Fondazione Veronesi, in un articolo che potete leggere integralmente cliccando qui. Dalla ricerca è emerso che la mancanza di contatti sociali può aprire la via a malattie mentali, come l’Alzheimer, soltanto se è non voluta e persistente. La solitudine non voluta e prolungata provoca un certo declino cognitivo in particolare della memoria logica e delle funzioni esecutive, assenti nei casi di solitudine breve. Diversamente, la solitudine incidentale, causata semmai da un ostacolo, e perciò passeggera, rivela sorprendenti capacità protettive: rafforza le capacità di reazione della persona, rendendola più resiliente.

La solitudine sembra infine colpire maggiormente donne, depressi, fumatori, sovrappeso, single e disoccupati.

[La fotografia che illustra l’articolo, dotata di Common Creative License è di Zhan Hui Teh]

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